VICE #7 – Profezie di quarantena

Vice #7 – Profezie di quarantena

La questione del coronavirus costituisce un problema sotto diversi punto di vista. La manifestazione collettiva della malattia, che si è diffusa rapidamente in tutto il mondo, difatti, ha messo in pericolo la salute delle persone, soprattutto quelle più anziane. A questo proposito le istituzioni e la società civile devono riuscire trovare una soluzione immediata per risolvere problemi legati alla sanità, nonché alla direzione della vita pubblica.

Ma i due aspetti sopra citati non sono gli unici fardelli che gravano sulle spalle della collettività, poiché bisogna tener conto anche di una possibile crisi finanziaria, che potrebbe portare il paese ad una terribile recessione. Ad ogni modo non spetta a me, né ne sarei capace, di parlare di certi argomenti. E non è mio compito riportare la cronaca di certi avvenimenti che in questo momento affliggono l’Italia; pertanto andrò oltre, tralasciando questi aspetti. In questo articolo il mio proposito è ben diverso.

Vi parlerò ora dell’importanza della comunicazione, che oggi giorno riveste un ruolo centrale per far fronte all’emergenza coronavirus, e che, secondo la mia modesta opinione, sarà la chiave del successo.

La vita sociale come sappiamo è di per sé complessa e gli individui, per poter vivere in armonia, hanno bisogno di entrare in contatto tra di loro. Scambiandosi informazioni, gli uomini hanno la possibilità di meditare su se stessi e sull’ambiente che li circonda; dopodiché hanno la facoltà agire con discrezione, a seconda delle circostanze. Ma accade molto spesso che tra gli individui ci sia una divergenza di opinioni.

Il governo italiano, ad esempio, per poter far fronte al problema di gestione delle economie e delle finanze, deve prendere delle decisioni di comune accordo con l’Unione Europea, o meglio con gli atri stati membri dell’Unione. I punti di vista, come si sa, purtroppo sono differenti e la mancanza di un obiettivo comune ha inasprito i rapporti tra le varie potenze.

Ribadisco: non è mia intenzione disquisire di politica, tuttavia, volgere uno sguardo attento alle dinamiche politiche ci aiuterà molto probabilmente anche a comprendere alcune dinamiche sociali. Ora mi spiego meglio.

L’Organizzazione internazionale politica ed economica a carattere sovranazionale, sorta nel anni 1950, meglio conosciuta come “Unione Europea”, come tutti sappiamo è una superpotenza composta da 27 stati. Questi 27 stati sono uniti da un accordo, tra cui il “Trattato di Maastrich”, che definisce i tre pilastri dell’Unione Europea. I trattati firmati dai vari stati, tuttavia, tengono conto principalmente delle problematiche di natura economica e finanziaria. In un momento come questo, in cui è esplicito il senso di malessere generale nella popolazione, non ci sono indicazioni su quali siano i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri ed ogni popolo utilizza i propri criteri per giudicare la moralità delle azioni umane. Non c’è, dunque, comunanza di intenti sulle questioni etiche e morali.

È proprio per questo che il dialogo aperto e sincero aprirà le porte al cambiamento e rivoluzionerà la qualità della nostra vita.

Due o più persone, o a due o più stati, dialogando tra di loro, difatti, potranno meglio comprendere quale sia il vero bene e quali siano i mezzi atti a conseguirlo. In quest’ottica, citando l’esempio di poco fa, mi viene da dire che i vecchi sistemi su cui poggia l’Unione Europea, com’è giusto che sia, verranno messi in discussione. E spetterà alle varie nazioni capire se avanzare assieme alle altre, o se sarà meglio retrocedere di un passo, prendendo le distanze dall’Unione Europea (come per altro ha già fatto l’Inghilterra). Qualsiasi siano le scelte prese, senza ombra di dubbio, le decisioni saranno comunque orientate sul benessere della collettività.

Questo discorso, tuttavia, non vale solo per l’Europa ma per il mondo intero.

Se è vero che la questione del COVID-19 è un problema globale, è anche vero che è una grandissima opportunità per l’umanità per rinnovare i suoi sistemi di valore e per creare “un mondo in cui le persone fanno accadere le cosce e non lasciano che le cose accadano”.

Molte persone hanno perso la vita e molte altre hanno approfittato di questo momento per abusare del proprio potere, ma ci sono persone che lottano per la pace e per difendere la dignità degli esseri umani. Nonostante la divergenza di opinioni non ci resta altro che far valere l’importanza della parola, che come diceva Paulo Freire è al contempo: azione e riflessione.

E proprio come due coniugi che si riappacificano dopo un’accesa discussione, allo stesso modo le persone ed i vari stati, attraverso il dialogo sincero, oggi stesso posso approfondire quali le questioni che affliggono l’umanità, esprimere il proprio parere e punto di vista ed in fine esprimere il proprio consenso (o dissenso), al fine di giungere a una conclusione, che altro non è che la felicità di tutti gli esseri umani.

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